Spinning dalla barca

 

Anche una piccola imbarcazione può essere adeguata per questa tecnicaQuesta tecnica si differisce dal classico spinning costiero per l’impiego di una imbarcazione che consente di lanciare le nostre esche in ambienti diversi anche non strettamente legati alla costa. Questa specialità non è certo una novità nel campo dello spinning in acqua dolce dove le imbarcazioni sono comunemente adoperate nella pesca al luccio e alla trota in lago. Anche per lo spinning salato questa tecnica è impiegata da anni, sopratutto nei paesi statunitensi, caraibici e sud africani. Il vantaggio maggiore è quello di poter allargare in maniera considerevole l’azione di pesca e di poter sfruttare quei momenti di mangianza che portano i predoni sui branchi di avanotti, spesso così vicini alla costa ma irrangiungibili per il pescatore a spinning che peschi dalla scogliera o dalla spiaggia. Quindi, fermo restando le tecniche di base, adotteremo questa tecnica stando in barca e muovendoci spesso, alla ricerca del pesce. Non è detto che bisognerà per forza raggiungere distanze considerevoli da terra, anzi i migliori risultati si otterranno proprio vicino alla costa, ad una distanza che potrà oscillare da pochi metri a qualche centinaio. Diventa così finalmente accessibili a questa tecnica, anche le alte scogliere, le dighe frangiflutti non collegate alla terraferma e tutti quei posti inaccessibili dalla costa. Pescare invece a distanze maggiori è inutile se non si ha una condizione morfologica favorevole che possa far pensare alla sicura presenza delle prede. Queste condizioni si possono trovare in isolette, scogli isolati emergenti o affioranti, secche e relitti non molto profondi.Una bella lampuga pescata a spinning Questi ambienti sono infatti costantemente frequentati da tutte le prede classiche dello spinning con l’aggiunta delle prede tipicamente pelagiche (lampughe, tombarelli, ecc.). Unico neo di questa tecnica è dato dalla impossibilità di praticarla in condizioni di mare mosso o con forte vento, limitazione che chiaramente riguarda tutte le tecniche che prevedono l’uso di una imbarcazione. Al contrario, anche con mare calmo si possono avere belle catture, sopratutto in vicinanza di scogli isolati o sulle secche.

Attrezzatura

Per questa tecnica, può essere tranquillamente usata la stessa attrezzatura che viene impiegata per quello praticato dalla terraferma, predeligendo comunque canne robuste e non eccessivamente lunghe, diciamo fino ad un massimo di 3-3,5 mt. Il mulinello potrà essere a bobina rotante oppure tradizionale; entrambi devono presentare necessariamente una frizione affidabilissima e un buon rapporto di recupero, vista la più alta probabilità di allamare prede più consistenti. Qualche differenza possiamo trovarla nelle piombature, che in questa specialità non hanno tanto il compito di portare l’artificiale più lontano ma servono più che altro a far lavorare l’esca nel modo corretto o per sondare diverse profondità. Per gli artificiali da portarsi in barca vanno benissimo quelli che già utilizziamo per la terraferma; in aggiunta qualche minnows corpulento imitazione sgombro, oppure i minnows tipo cristal attraggono di più le specie pelagiche, come anche le teste piumate, gli octopus, i kona più piccoli da recuperare velocemente. Dato che il lancio non sarà particolarmente forzato è pensabile l’uso di esche naturali, come la striscia di sardina, muggine o totano che possono dare anche buonissimi risultati.

Azione di pesca

Il Serra è una delle prede più ambite nello spinningAnche nello Spinning da natante l’azione di pesca si svolge come al solito: si lancia l’artificiale verso il largo e si recupera, invitando così la preda ad attaccarlo. Anche in questo caso le tecniche di recupero possono essere determinanti al fine del carniere e bisogna cercare di animare il nostro artificiale sia agendo sulla canna che sul recupero, variando continuamente direzione e velocità dell’esca, cercando di farle assumere il comportamento di un pescetto in difficoltà. La variabilità del recupero è il vero segreto dello spinning e riuscire a recuperare fruttuosamente deve essere l’obbiettivo di ogni pescatore di spinning. Infatti il recupero non deve solo stimolare la preda per ragioni di alimentazione, ma anche per curiosità e spirito di territorio. Quindi salti, cadute a “foglia”, rumore attraggono il pesce che vuole vedere da vicino cos’è questo strano “animale”. La minor probabilità di incaglio poi suggerisce tecniche impossibili lanciando da terra: pescare a mezza acqua oppure le risalite dal fondo sono praticamente impraticabili nello spinning dalla terraferma, mentre possono risultare vincenti nello spinning dalla barca. Altro vantaggio è quello di poter utilizzare anche esche leggere come le piume o le testine piombate anche in superficie e senza piombo sulla lenza, magari sfruttando la corrente e cominciando a recuperare quando l’esca ha raggiunto una certa distanza dalla barca.Un bel carnire frutto di una battuta di spinning dalla barca
L’azione di pesca in una battuta di spinning da natante comincia con lo scegliere una postazione da dove cominciare a lanciare; stagione e condizioni meteo ci faranno scegliere questa o quella località che raggiungeremo con l’imbarcazione. Appena arrivati, spegniamo il motore e prepariamo l’attrezzatura. Prima di iniziare a lanciare, valutiamo la corrente per capire in quale direzione essa spinge l’imbarcazione e con quale velocità. Se ci troviamo in una corrente sostenuta, conviene rallentare la velocità di spostamento con un’ancora galleggiante così da evitare di dover continuamente accendere il motore per doversi allontanare dagli scogli, spaventando inevitabilmente tutti i pesci della zona. Assolta questa importante funzione, possiamo iniziare a lanciare, sondando lo spazio intorno a noi a 360°, prestando attenzione a quei piccoli segnali che possono indicare la presenza di qualche predone in caccia. Sulla scelta dell’artificiale da mettere in acqua possiamo basarci su alcune piccole regole che possono aiutarci nella scelta:

  • Con acque particolarmente torbide, i cucchiai hanno una maggior visibilità, cosi come i minnows tipo cristal o metallizati
  • Se si vede attività in superficie attorno a noi, montiamo piume semplici con una piombatura minima per invogliare possibili aguglie, lampughe o pesce azzurro
  • In vicinanza stretta con la costa, i minnows classici e gli ondulanti sono più attaccati dalle spigole, serra e occhiate
  • In presenza di vistose mangianze, dare la preferenza ai minnows che imitano la sardina oppure esche molto visibili come ondulanti a specchio e testine piumate bianche e bianco-rosse.

Se l’esca scelta non si mostra catturante, prima di cambiare posto conviene provare con altre esche, sopratutto se la posta in cui ci troviamo è valida o si è dimostrata valida in altre occasioni. In certe situazioni sono le esche “insolite” a dimostrarsi quelle vincenti.
Una volta che il pesce attacca l’esca, il recupero della preda è semplificato in questa tecnica, visto che ci troviamo in acque libere e sufficientemente profonde per guadinare il pesce senza difficoltà.

 

(fonte:pescare.net)

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