Beach Ledgering e Pesca a Fondo

beach ledgering2Il BeachLedgering nasce come variante specializzata del SurfCasting. Consente a tutti gli appassionati di poter pescare anche dove le condizioni del fondale non creano la ricercata “onda” da Surf, bensì dove il mare risulta essere più calmo, caratterizzato da acque molto ferme originate sia da conformazioni geografiche particolari come insenature e piccoli golfi, sia da strutture artificiali quali canali per barche , moli o dighe in muratura o sasso e che si gettano in mare Snelle cui prossimità si creano appunto queste zone di apparente calma.

Questa tecnica di pesca si è via via sviluppata e caratterizzata anche con un suo particolare stile portando alla necessità di avere una propria adeguata attrezzatura che si discosta, anche se a volte non di molto ,da quella impiegata nel surf. Il BeachLedgering vede infatti l’impiego di attrezzature più leggere ,le prede di questa specialità infatti salvo rari casi non arrivino mai a raggiungere taglie prestigiose come quelle del SurfCasting.

Dove e quando

Il BeachLedgering come si deduce dal nome è una tecnica che si pratica dalla spiaggia(dall’inglese beach=spiaggia), senza alcuna limitazione, da fondali che possono andare dal sabbioso al ghiaioso abbastanza fino, da quelli caratterizzati da un fondale basso, fino ad arrivare a quelli che degradano velocemente  lasciando spazio a rapidi cambi di profondità. Per una buona uscita di pesca cercheremo sempre e comunque di studiare il nostro spot andando a valutare il fondale alla ricerca di eventuali buche, affossamenti, scogli sommersi e magari qualche ramo o tronco portato dalla corrente (quest’ultima eventualità non è mai da sottovalutare , sebbene siamo al mare la possibilità di ritrovarsi con un tronco davanti alle canne c’è), questi sono i posti migliori dove andare a lanciare le nostre esche. Lo spot può essere avvalorato anche dalla presenza nelle vicinanze di foci di fiumi, presso le quali i rimescolamenti di acqua possono attirare anche prede di discrete dimensioni.

Il periodo in cui andremo a cimentarci con i maggiori successi in questa pratica è quello che va da primavera inoltrata fino a fine autunno e condizioni meteo permettendo anche ad inizio inverno. Parlando invece del momento migliore in cui praticare questa tecnica, facciamo riferimento alla fine della scaduta non appena il vento comincia a diminuire di intensità fino a fermarsi del tutto, ma il mare presenta ancora la sua forza e continua a muovere il fondale, portando a scoprire granchi e vermi. Specialmente quando ci troviamo in presenza di canaloni o canali dove passano raramente barche (è possibile praticare questo tipo di pesca anche nei canali di uscita dai porti ma spesso il traffico dei natanti disturba il pesce) dobbiamo valutare attentamente l’ora in cui metterci in pesca: al di fuori della scaduta andremo a “calcolare” il così detto “morto d’acqua” ovvero quel momento a cavallo tra la bassa e l’alta marea in cui si crea una fase di stallo nella quale si ha un calo delle correnti , questo momento che a seconda della mareggiata può essere più o meno lungo ci darà la possibilità di poter effettuare  molte e belle catture in seguito.

beach ledgeringAttrezzatura

Nel BeachLedgering non sono richiesti lanci lunghissimi, anzi a volte già nei primi metri di mare potremmo avere presenza di pesce. Esistono come già detto attrezzature specifiche per questa tecnica di pesca che faciliteranno certamente la nostra uscita, però , specialmente per chi si avvicina a questa disciplina per le prime volte è possibile con qualche accorgimento particolare reinventare la propria attrezzatura già in possesso, ricordo però che attrezzatura non specifica potrà portarvi alla perdita di eventuali catture importanti. Ad esempio canne che di norma vengono utilizzate per la pesca allo sgombro possono tranquillamente essere impiegate anche qui andando però a “selezionare” quelle canne che siano in grado di lanciare piombi da 40 a 75/80gr. I cimini in vetroresina forniscono un buon connubio tra flessibilità e resistenza e ci danno la possibilità di veder evidenziate anche le toccate o le mangiate più deboli senza però farci perdere prede interessanti. Per quanto riguarda invece un’attrezzatura specifica andremo a scegliere quelle canne che ci consentono di lanciare pesi anche più importanti potendo arrivare anche a 100/120gr per raggiungere i punti più lontani. Generalmente si vede l’impiego si canne che vanno dai 3.50 ai 4,50 m , e mantengono una elevata sensibilità e leggerezza, spesso l’utilizzo di cimini intercambiabili ci consente di adeguare la nostra pesca alla situazione meteo/marina.

Per quanto concerne invece il mulinello andremo ad utilizzarne uno che sia rapportato alla canna che stiamo utilizzando. E non sto parlando della distinzione tra mulinello a tamburo rotante o mulinello a bobina fissa bensì della sua grandezza. Opteremo quindi per mulinelli costruiti per il SurfCasting e andremo a scegliere i più piccoli di serie che possono tranquillamente andare da un 4000 ad un 7000, meglio se impieghiamo quelli che vengono provvisti di più bobine per poter spaziane con i diametri delle lenze madri. [ Un consiglio che mi permetto di dare a chi è un neofita: se dovete o volete acquistare un mulinello che sia da beach o da Surf spendete qualche euro in più per il mulinello e magari un po' meno per la canna. Un buon mulinello con un buon rapporto di recupero e scorrevolezza con delle buone frizioni fa la differenza.]. Nota bene: un aspetto da NON sottovalutare mai, anche se spesso molti fanno, è quello della cura e dalla pulizia del mulinello, sarebbe d’obbligo al termine di ogni uscita di pesca lavarlo sotto abbondate acqua corrente dolce al fine di togliere eventuale polvere, sabbia e soprattutto la salsedine; altra nota non meno importante sarebbe quella di, per preservare ulteriormente le nostre bobine , sbobinare completamente il filo una volta arrivati a casa. Una buona e costante pulizia della vostra attrezzatura vi permetterà di pescare per lunghissimo tempo e soprattutto di non dover ogni anno fare inutili spese in riparazioni e/o nuovi mulinelli. Almeno una volta l’anno, o la termine di quella che pensiate sia la fine della vostra stagione di pesca il consiglio è quello di ingrassare con dell’olio specifico gli ingranaggi del vostro mulinello, se non siete esperti o non vi fidate ad aprire il vostro in casa portatelo da qualche negoziante.

Lenze madri e mono-fili:

beach ledgering spigolaNel BeachLedgering non avremo mai la necessità di impiegare fili che vanno dal di sopra dello Ø 0,50 salvo rare occasioni in cui la conformazione del nostro spot lo richiede. I mono-fili per le lenze madri che trovano largo impiego sono quelli che vanno dal Ø 0,20 al Ø 0,35, valutando di ricercare i top di marca, ovvero quelli che vantano carichi di rottura più elevati in rapporto al diametro scelto, come per il mulinello, l’acquisto di un filo di buona qualità ci aiuterà notevolmente con il recupero di quelle prede che superano i nostri standard abituali.

Shock Leader: è uno spezzone di filo generalmente lungo il doppio della lunghezza della canna   di diametro superiore a quello della lenza madre serve per due scopi principali: 1) ammortizzare le testate del pesce e  diminuire lo stress sulla lenza madre 2) nelle ultime fasi di recupero di pesci di grossa taglia consiste di poter contare su un filo con maggior resistenza.

Mono-fili per terminali: 

Nel BeachLedgering andremo ad insediare con maggior frequenza orate e mormore, quindi abbiamo bisogno anche qui di un buon terminale. A seconda della preda che vogliamo insidiare andremo da un 0,14 a un 0,22.

Trecciati e cavetti di acciaio:

Non trovano generalmente grande impiego in questa tecnica salvo per la pesca della leccia, del serra e del grongo.

Fluorocarbon: nuovo materiare con cui sono fatte alcune lenze che garantisce maggior tenuta e resistenza a parità di diametro con i normali mono-fili di nylon, certo l’uni inconveniente è il costo più elevato.

Piombi: 

beach ledgering orataUna parentesi indispensabile per restare in pesca. Il mercato propone un’ampia gamma di forme e pesi. Pescando in condizioni di mare “calmo” non avremo mai bisogno di grammature che andranno a superare i 120gr, ma è comunque consigliabile aver sempre un buon assortimento di tutte le varie pezzature. Naturalmente andrete a portare con voi solo qualche piombo di grosso calibro, prestando comunque attenzione a quelli che sono i limiti di lancio indicati dalla vostra canna. Da preferire , in ogni caso, piombi che non siano tondi o sferici,eventuale presenza di una anche leggera corrente farà rotolare ovunque la vostra esca; spesso vengono impiegati piombi a forma piramidale in modo tale da poter adagiarsi al fondale senza rotolare. I piombi sono  generalmente quelli impiegati anche nel SurfCasting ma si ha anche la possibilità di sfruttare quelli studiati per il Carpfishing. In condizioni di mare ottimali però è da preferire l’utilizzo di piombi “aerodinamici” in modo tale da aumentare la nostra distanza di lancio, sacrificando magari un po’ quella che è l’aderenza al fondo. Un altro tipo di zavorra che quasi esclusivamente viene utilizzata per il SurfCasting è lo spike un piombo che presenta degli uncini metallici che fuoriescono per portare al massimo la stabilità in pesca anche con forti mareggiate.

 Ami:

Spesso vien sottovalutata l’importanza di questo piccolo ma indispensabile alleato, infatti non tutti gli ami son uguali e come per quanto detto sui mono-fili: meglio spendere qualche euro in più e avere ami di buona fattura. Le prede che vanno per la maggiore nel BeachLedgering sono infatti le mormore e le orate e specialmente queste ultime son dotate di un tenace apparato boccale in grado di piegare i nostri ami se non di spezzarli. Nel mercato oggi sono disponibili ami studiati appositamente per resistere a questo tipo di stress. Impiegheremo le misure che vanno dal un N-10 fin anche ad un N-4 cercando di rapportare sempre il diametro del fino del terminale con la grandezza dell’amo.
Accessori:

beach ledgering fossacesia surfcastingUtile un poggia canne o tripode che ci consente di posizionare nella maniera corretta le nostre canne e di aver sempre un occhio su di esse. Ebbene si anche la posizione della canna gioca un ruolo importante che ci consente di veder le mangiate del pesce ma di impedirgli anche di sentire subito la resistenza della canna quando questo parte con la nostra esca in bocca. Posizioneremo le canne quindi con un angolazione tra i 75° e gli 85°.

Una valigetta per gli attrezzi ci consentirà di poter sistemare al meglio tutta la nostra attrezzatura e di trasportala con facilità nel luogo di pesca.

Se effettuiamo la pesca durante le ore notturne sarà indispensabile munirci di una pila frontale e di una con un buon grado di illuminazione che illumini la nostra ,seppur piccola area di pesca.

Poi abbiamo anche tutto il resto delle piccole cose indispensabili:

  • girelle/moschettoni
  • girelle paternoster
  • salvanodo
  • perline / tecnosfere
  • slamatore
  • forbici
  • piombini
  • galleggianti di varie misure
  • Colla ciano-acrilica(per travi incollati)
  • filo elastico
  • bait-clip

Esche:

beach ledgering surfacsting fossacesiaLe esche più gettonate per il BeachLedgering sono gli anellidi ovvero: arenicola, tremolina, coreano,verme di Rimini e bibi che andremo sempre ad innescare con un ago apposito in modo da non far fuoriuscire il liquido che hanno all’interno e che risulta essere molto attirante per i pesci. Per vermi più duri invece come lo stesso coreano o il “duro”(variante di coreano che risulta essere molto resistente) è possibile montarli direttamente sull’amo senza l’ausilio di aghi , avendo l’accortezza di lasciar la loro parte terminale libera di muoversi. Il bibi, verme di grosse dimensioni, si consiglia di innescarne grossi pezzi di 3/5 cm ma di servirsi di un filo molto sottile per legare il verme sia sopra che sotto al sito di taglio in modo da non perdere il liquido all’interno. Abbiamo anche poi i molluschi come cannolicchio, cozza, vongola e murice reperibili usualmente in loco ma anche nei mercati ittici o in negozi specializzati, risultano però essere esche più delicate e devono essere mantenute vive in un secchio con dell’acqua e sgusciati solamente al momento dell’innesco. Per quanto riguarda i crostacei troviamo grande impiego di paguri, granchi e gamberetto. Il paguro deve essere sgusciato rompendo la conchiglia con una pinza o più semplicemente con un sasso e andremo ad innescarlo dalla parte molle verso la parte coriacea, il gamberetto deve essere innescato per la coda cercando di lasciarlo il più vitale possibile. Per quanto riguarda invece il granchio esistono due distinte correnti di pensiero che vanno per la maggiore su come procedere al suo innesco  e sono: 1) staccare una delle zampe posteriori, l’ultima e da qui inserire il nostro amo facendolo uscire dalla parte posteriore del carapace; 2) avvalersi del filo elastico e avvolgere saldamente il granchio , levando le zampe posteriori per non farlo immergere nella sabbia e per non farlo liberare e quindi posizionare l’amo tra il carapace e il filo elastico così da fermarlo. Troviamo anche alcune esche che vengono direttamente dal SurfCasting che sono la seppiolina, il totano, il cefalo e la sarda che possono essere innescati interi o a tranci, spesso inserendo un pezzo di materiale galleggiante al loro interno (il classico pop-up) avendo poi cura di legare tutto poi con il filo elastico. L’utilizzo del pesciolino vivo non vede largo impiego che però può dare grandi soddisfazioni sulle spigole e sulle lecce. Ci serviremo del filo elastico anche per rinforzare inneschi di molluschi e anellidi.

Le Prede:

Le prede che caratterizzano il BeachLedgering sono più o meno le stesse del SurfCasting però in dimensioni ridotte e possono essere divise in 3 grandi categorie:

1)grufolatori:

  • mormore
  • orate
  • triglie
  • sogliole
  • rombi
  • razze(rare)
  • cefali
  • boghe
  • occhiate
  • tordi
  • ombrine

2)notturni:

  • gronghi
  • murene

3) predatori:

  • ricciole
  • lecce stella
  • lecce
  • branzini/spigole
  • scorfani
  • serra

 

Alberto Cozza

 

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