Pesci di Mare – Lettera S

129)    Salpa (Boops salpa)

image130La Salpa è un pesce dal corpo di forma ovale, occhio piccolo e circolare e   bocca   piccola con mascella superiore lievemente più prominente di quella inferiore. Il colore del dorso è grigio-verdastro con fianchi e ventre argentati. Ha delle strisce dorate longitudinalmente ed una macchia nerastra alla base delle pinne pettorali. Può raggiungere i 50 cm di lunghezza e toccare eccezionalmente i 3 kg di peso. E’ una specie gregaria che vive a limitate profondità’, non spingendosi mai oltre i 20 metri. Preferisce i fondali rocciosi ricchi di Posidonie o di Lattuga di mare (Ulva lactuga) di cui gli adulti sono particolarmente ghiotti ed è ampiamente diffusa lungo le coste del Mediterraneo. Si cattura con tremagli, reti da posta, rezzagli, lenze ed anche con nasse. Le sue carni non sono ottime ma alla griglia con un pò di ammogghiu o salmoriglio non sono male.

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Bobba;  Puglia: Muscata, Fitalora o Cuzziola; Sicilia: Lupa, Cavagnola, Sarpa o Mangiaracia;  Veneto:  Sciarpa o Vergatella (piccoli); Francese: Saupe; Inglese: Salema;  Spagnolo: Salema o Salpa; Tunisino: Shelba.

 

130)    Sarago faraone (Diplodus cervinus)

image131Il Sarago faraone è il piu’ grande dei saraghi, superando i 4 Kg di peso ed una lunghezza massima di 60cm. E’ un pesce raro in Italia. Si distingue immediatamente per la presenza di cinque larghe fasce scure sui fianchi, sempre presenti in tutti gli individui, sia giovani che adulti, che risaltano nettamente sul colore argenteo dei fianchi. E’ un pesce forte e robusto, mediamente territoriale, che vive in branchi più o meno numerosi, colonizzando le tane più’ ampie nei fondali rocciosi. La presenza dei saraghi sui fondali sabbiosi implica sempre la vicinanza di scogli o di barriere. E’ presente a sud del Mediterraneo. E’ commercializzato sia fresco che congelato e le sue carni sono saporite. Io lo preferisco alla griglia ma anche al forno è squisito e va cotto come la ricetta n. 44.

Nomi regionali o stranieri:  Puglia: Sarge o Sparo; Sicilia: Saracu farauni, saracu reali o sparagghiuni imperiali;  Toscana:  Sarago reale;  Francese: Sar a grosses lévres; Inglese: Zebra seabream;  Spagnolo: Sargo breado o Sarg imperial (Catal.).

 

131)    Sarago fasciato (Diplodus vulgaris)

image132Il Sarago fasciato è un pesce degli Sparidi dal corpo ovaliforme ricoperto di grosse squame, la  bocca è leggermente protrattile e munita su ciascuna mascella di 8 incisivi nella parte anteriore, la forma dei denti rivela le abitudini alimentari del sarago, che utilizza i molari per sbriciolare il corpo delle prede. Dispone di un’unica pinna dorsale e anale, pinna codale forcuta. La sua colorazione grigio-argenteo, più chiara sul ventre, è caratterizzata da numerose e sottili righe gialle orizzontali e due larghe fasce nere verticali, una alla base della coda ed un’altra nuca. Può arrivara ad una lunghezza massima di 30 cm. Si pesca  con le nasse, palangari di fondo, con lenze e reti da posta in tutto il Mediterraneo ma soprattutto in Sicilia, Sardegna ed in tutto il Tirreno. E’ un  pesce dalla carne saporita e molto digeribile che si trova sempre sui mercati, del Tirreno, della Sardegna e della Sicilia, dove viene venduto fresco, ma è commercializzato anche congelato. Anche questo pesce, come gli altri saraghi sono preferibili alla griglia o al forno ma anche in umido in padella con un tritato di prezzemolo, aglio, olio e cotto con un bicchiere di vino a fuoco medio è ottimo.

 Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Saraco;  Calabria: Varacodaru;  Campania: Variale, Zagaro, Sario o Sarghi; Lazio: Zacaro, Sargone o Varriale; Liguria:  Sparlo, Svoià, Sant’andria o Testaneigra; Marche: Sargo;  Puglia: Sarge o Cazzita; Sicilia: Sacristanu, Saracu varatulu o Vaiaratu;  Sardegna: Sarigu, Feriada;  Veneto:  Sparo o Occhiada; Venezia Giulia: Sparo o Barajo; Francese: Sar doré; Inglese: Two-banded bream;  Spagnolo: Mojarra o Variada (Catal.); Tunisino: Shergou.

 

132)    Sarago maggiore (Diplodus sargus)

image133Il Sarago maggiore detto anche Reale, è la specie più diffusa in assoluto, abbondante su qualsiasi fondale, sabbioso e roccioso, del Mediterraneo. Può raggiungere i 45 cm e i 2 Kg. Il corpo argenteo è solcato da fasce scure e sottili trasversali. La parte superiore del corpo è verdastra ed è sempre presente una macchia nera sul peduncolo caudale. Si pesca nasse, palangari di fondo, con lenze e tremagli. Viene commercializzato fresco o congelato, le sue carni, specialmente alla griglia, sono eccellenti.

Nomi regionali o stranieri: Campania:  Sparitiello;  Liguria:  Esperli, Saagu e Sagol; Marche: Sbaro o Sbavo;  Puglia: Sparitole, Sparijnola, Uocchita o Sarjace; Sicilia: Aspariellu, Sparagghiuni, Sparagliuni ‘mperiali o Spareddu;  Sardegna: Isparedda;  Veneto:  Sparlato o Sparo; Francese: Sparaillon o Sparlot;Inglese: Annular bream;  Spagnolo: Raspallon o Esparrall (Catal.); Tunisino: Ispari.

 

133)    Sarago pizzuto (Diplodus puntazzo)

image134Il Sarago pizzuto è molto simile al Sarago maggiore ma se ne distingue per il profilo del muso molto più allungato (da qui il nome) ed arriva anch’esso a pesare più di 2 Kg e 48 cm di lunghezza ma non è buono come l’altro anche perché è pieno di lische tanto che non è molto ricercato. Il colore del corpo è sempre argentato, con riflessi più scuri sul dorso e 8 o 10 bande verticali sui fianchi che possono scomparire negli esemplari più grossi. Anch’esso è gregario da giovane, successivamente diviene solitario. E’ ermafrodita, ma non sono sporadici i casi in cui il sesso è primario. Anche questo pesce, come gli altri saraghi è buono sia alla griglia che al forno ma anche in umido in padella con un tritato di prezzemolo, aglio, olio e cotto con un bicchiere di vino a fuoco medio è ottimo.

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Saraco pizzuto;  Campania:  Saraco n’chiuso;  Liguria:  Moruta Mus’agut; Marche: Saraco pizzuto;  Puglia: Purciello, Pezzute o Appezzute; Sicilia: Saracu monacu o Zucchu;  Sardegna: Murruda o Puntutu;  Veneto:  Sparo d’istria, Pissut o Spizzo; Venezia Giulia:  Spizzo o Magnamorti; Francese: Sar tambour o Mouré pountchou (Marsiglia); Inglese: Sheepshead bream;  Spagnolo: Morruda o Sargo picudo; Tunisino: Maiza.

 

134)    Sarago Sparaglione o Sparlotto (Diplodus annularis)

image135Il Sarago Sparaglione o Sparlotto e’ il rappresentante piu’ piccolo della famiglia. Ha il corpo generalmente dorato, le pinne tendenti al giallo ed ha la solita macchia nera sull’attaccatura della coda è l’anello da cui deriva il nome scientifico. Raggiunge una lunghezza massima di 18 cm Anch’esso è gregario da giovane, successivamente diviene solitario. Le sue carni sono buone.

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Saraco pizzuto;  Campania:  Saraco n’chiuso;  Liguria:  Moruta Mus’agut;Marche: Saraco pizzuto;  Puglia: Purciello, Pezzute o Appezzute; Sicilia: Saracu monacu o Zucchu;  Sardegna: Murruda o Puntutu;  Veneto:  Sparo d’istria, Pissut o Spizzo; Venezia Giulia:  Spizzo o Magnamorti; Francese: Sar tambour o Mouré pountchou (Marsiglia); Inglese: Sheepshead bream;  Spagnolo:Morruda o Sargo picudo; Tunisino: Maiza.

 

135)    Sardina (Sardina pilchardus)

image136La Sardina, chi non la conosce? è il pesce azzurro più conosciuto, di piccole dimensioni ha il corpo affusolato e leggermente compresso lateralmente e coperto di grosse squame, il muso prominente ed acuto e la bocca munita di piccolissimi denti, gli occhi hanno una palpebra adiposa ben sviluppata. L’unica pinna dorsale è situata circa a metà del corpo e molto avanzata rispetto alla pinna anale. La colorazione, tipica delle specie pelagiche, è sul dorso azzurro-verdastra, argentea sul ventre e sui fianchi, dove possono essere presenti alcune macchiette nerastre. Raggiunge nel Mediterraneo la lunghezza massima di 18-20 cm ma comunemente la troviamo sui mercati intorno ai 15 cm. Le nostre coste abbondano di sardine che nel periodo della riproduzione si riunisce in banchi che si avvicinano alla costa e restano in prossimità della superficie mentre nei mesi invernali si allontana e si rifugia in acque profonde e più al largo dove si trova fino a 180 m di profondità, ma vive generalmente tra i 25 e i 35 m di di giorno, mentre di notte si spinge fino a pochi cm dalla superficie. La pesca delle sardine viene fatta soprattutto con le lampare ma anche con reti da posta alla deriva, con reti a strascico e reti volanti. Sono pescate prevalentemente in Adriatico, in Sicilia, in Liguria ed in Toscana. Le sardine pescate in primavera sono le più apprezzate, ma la pesca è praticata in tutti i mesi dell’anno. La Sardina è il pesce più acquistato dalle famiglie Italiane e viene commercializzata fresca, salata, sott’olio, in conserva. Il Novellame è il famoso Bianchetto.

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Sarda o Sardella; Calabria: Sarda, Sarducola o Biancomangiare; Campania:  Sardone, Pesantuni o Janculilli (novellame);  Lazio: Sarda o Sardella; Liguria:  Sardine, Sardine, Vestio, Pausin e Gianchettu (novellame); Marche: Saracca o Saraghina;  Puglia: Sardèdde e Faloppe (novellame); Sicilia: Sarda, Sarda fimminedda, Muccu e Ninnata (novellame);  Sardegna: Sardinine;  Veneto:  Sardèla, Palassiola o Renga;Venezia Giulia:  Sardon; Croazia: Sredla; Francese: Sardine; Inglese: Pilchard;  Olanda: Pelser o Sardien; Spagnolo: Sardina e Parrochi (novellame);Tunisino: Sardina.

 

136)    Scampo (Nephrops norvegicus L.)

image137Lo Scampo è un crostaceo dal corpo allungato costituito da una parte anteriore che comprende testa e torace ricoperta di una robusta corazza calcificata (carapace) ed una parte posteriore o addome costituita da 6 parti mobili e che termina con la  coda (telson).  Il carapace è caratterizzato dalla presenza di un rostro anteriore, munito di 3-4 denti sui margini laterali della parte superiore e di 1-2 sul margine inferiore, e dalla presenza di numerose spine ed incisioni. Possiede lunghe antenne ed il  primo paio di periopodi (zampe)  è sviluppato in chele, armate di spine disposte in file longitudinali, mentre il secondo e terzo paio portano all’estremità delle piccole pinze. La colorazione è rosa con sfumature aranciate più o meno marcate. La lunghezza massima di questa specie è di 25 cm, ma è comune intorno ai 10-20 cm. E’ comune in tutto il Mediterraneo e vive su fondali sabbiosi e fangosi a profondità comprese tra 20 e 800 m. Si pesca con reti a strascico e viene commercializzato sia fresco che congelato. Le sue carni sono molto pregiate e molto apprezzate dai consumatori.

 Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Rancio di fondo; Campania:  Ranfele o Alifante ‘e funnale;    Marche: Astracio o Arganello;  Puglia: Astracio;Sicilia: Lempitu di fangu o Cicala; Veneto e Venezia Giulia:  Scampolo; Croazia: Skamp; Francese: Langoustine; Inglese: Norway lobster o Doublin Bay prown;  Olanda: Noorse kreeft; Spagnolo: Cigala o Escamarlà (Catal.); Tunisino: Jarradh el bahr.

 

137)    Sciarrano

Serranus Hepatus (Sacchetto)

Serranus Scriba

Gli Sciarrani sono pesci piccoli (raggiungono una lunghezza massima di 40 cm) dal corpo allungato leggermente compresso con colorazioni che le distinguono una dall’altra (fasce verticali bruno-rosse, giallastre, azzurraste) in relazione a diversi fattori quali l’età o la profondità dell’ habitat. Hanno un’unica pinna dorsale e la pinna caudale è monolobata a spatola. Con il nome di Perchia abbiamo trattato il Serranus cabrilla. Qui parliamo delSerranus scriba  che ha una colorazione più vivace e il pesce presenta una grossa macchia celeste-biancastra su entrambi i fianchi e la coda ed il peduncolo caudale gialli. Il Serranus hepatus che è il più piccolo (max 20 cm circa) e si riconosce da una evidente macchia nera bordata di bianco sulla pinna dorsale. Il Serranus atricauda si riconosce per la sua coda nera. Sono comunissimi in tutto il Mediterraneo, vivono su fondali arenosi e rocciosi ed è  una specie territoriale nel senso che difende un territorio di caccia delimitando delle tane al suo interno. Si nutre cacciando piccoli pesci e crostacei. E’ ermafrodita, può formare coppie permanenti oppure accoppiarsi con partner occasionali. Le sue carni sono buone, ottime per le zuppe.
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Serranus scriba

Serranus atricauda

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Nomi regionali o stranieri: Calabria: Precchia, Itala; Campania:  Serrano, Cagna , Canosa, Perchia, Cannuso e Cavagnola;  Lazio: Zerola e Cannufi;Liguria:  Balazo de tacca, Barchetta, Perca de mar, Lucerna, Pampino; Marche: Cranicetto;  Puglia: Cannulu e Fannu; Sicilia: Baraggia, Sirrania, Precchia, Sirena, Pisci capra e Preccerania;  Sardegna: Vaccas, Vacchedda;  Veneto:  Donzèla, Papagà, Perga e Merla de mar; Venezia Giulia:  Sperga e Perga; Francese: Serran, Perche, Serran ecriture e Serran tambour; Inglese: Painted comber, Blacktail comber, Brown comber;  Spagnolo: Serrano, Berillo e Vaca (Catal.); Tunisino: Burqash.

 

138)    Scorfano di fondale (Helicolenus dactylopterus)

image139Lo Scorfano di fondale è  il primo che descrivo della famiglia degli Scorpenidi, è chiamato così perché,  tra gli scorfani,  è quello che vive a maggiori profondità ed è meno apprezzato dello scorfano rosso. Ha il corpo robusto leggermente compresso ai lati, la testa grossa contornata di spine, la bocca grande con la mascella inferiore più prominente rispetto a quella superiore. Si distingue per numerose creste, spine e appendici carnose sopra la testa. Ha un’unica pinna dorsale, come tutti gli scorfani, composta da una parte lunga e spinosa e da una parte molle più corta e gli occhi grandi. Il colore è rosso vivo con alcune fasce verticali brune e presenta una macchia scura al centro della pinna dorsale mentre il ventre è più chiaro e la cavità boccale nera. Vive su fondali profondi mediamente da 200 a 500 metri di profondità, con punte anche oltre i 1000 metri nel Mediterraneo mentre è raro nell’Adriatico. Raggiunge una lunghezza massima di 30 cm, si pesca soprattutto con reti a strascico, con palangari di profondità e con tremagli. Le sue carni rispetto agli altri scorfani, sono meno apprezzate, ma sono buone.

Nomi regionali o stranieri: Calabria: Fascianu o Occhio bello; Campania:  Carpa arza o Scorfano de funnale; Liguria:  Scorpenin, Cardouniera,Badasso o Curdane;  Puglia: Scorfunu; Sicilia: Cipudda di funnali, Cibulla, Furana, Scrofanu ‘mperiali; Francese: Rascasse de fond; Inglese: Rockfish; Spagnolo:Gallineta o Panegall (Catal.); Tunisino: Bou keshesh.

 

139)    Scorfano nero (Scorpaena porcus)

image140Lo Scorfano nero si differenzia da quello rosso oltre che per il colore anche per la grandezza infatti questo è più piccolo e raggiunge una lunghezza massima di 25 cm. Anch’esso ha la testa corta e grossa, robusta e munita di spine e creste è moderatamente compresso lateralmente  e con occhio grande. Somiglia molto allo scorfano rosso ma ha soltanto yna pinna dorsale con la parte spinosa più lunga e più sviluppata. La codale ha il bordo posteriore libero arrotondato, come le pettorali e le ventrali. La colorazione è bruno seppia a macchie di varia intensità e varia disposizione e si mimetizza bene con l’abitat in cui vive cioè le praterie di posidonie e le piccole cavità sotto gli scogli dove si trova immobile sul fondo. E’ una specie sedentaria e costiera e lo ritrova anche a a bassissime profondità. Si cattura con nasse e tremagli. E’ comune in tutte le coste italiane e le sue carni sono buone e delicate.

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Scorpina; Calabria: Scorfunu verace; Campania:  Scorfane nire o ‘e scoglio; Liguria:  Scorpena, Scorpena de scheuggiu o Pesce Cappone;  Marche: Scarpegna nera o Scarpigna; Puglia: Scrofola nera, Scrofole niure e Scrofn; Sardegna: Scupina o Scropula; Sicilia:Scrofanu, Scrofanu niuru, Scrofaneddu niuru o Scorfanu di sicca; Toscana: Scorfano o Scurpena; Veneto: Scarpena de sasso o Scarpegna negra;  Francese:Rascasse noire o brune; Inglese: Black scorpion fish; Spagnolo: Rascacio; Tunisino: Bou keshesh aghel.

 

140)    Scorfano rosso (Scorpaena scrofa)

image141Lo Scorfano rosso è sicuramente il migliore del gruppo, dal punto di vista organolettico, ha il corpo ellittico con grossa testa munita, come il precedente,  di bitorzoli spinosi soprattutto sugli opercoli. La bocca è ampia ed ha due pinne dorsali di cui la prima a raggi spinosi. La pinna caudale è monolobata ed ha grandi pinne pettorali a ventaglio. Il colore è rosso o arancione con macchie brunastre sparse su tutto il corpo. Raggiunge una lunghezza massima di 55 cm. Specie comune in tutto il Mediterraneo predilige fondali fangosi e sabbiosi fino a 400 metri di profondità. Si pesca con reti a strascico, tremagli e nasse. Le sue carni sono ottime e si trova sul mercato tutto l’anno.

Nomi regionali o stranieri: Calabria: Scorfunu di fora; Campania:  Scuorfano; Liguria:  Bezugo o Pescio cappoun;  Marche: Scarpina o Scarpina; Puglia: Ronola roscia o Scrofu; Sardegna: Capponi di mari, o Scropula arrubia; Sicilia: Cipudda, Capiddazza, Cipolla, Cipuddazza o Scazopulu; Toscana: Cappone; Veneto: Scorpena d’Istria o rossa;  Francese: Rascasse rouge o Capoun (Midi); Inglese: Scorpion fish; Spagnolo: Cabracho; Tunisino: Bou keshesh ahmar.

 

141)    Scorfanotto (Scorpaena notata)

image142Lo Scorfanotto è simile per forma allo scorfano nero e per colorazione allo scorfano rosso. Quindi ha le caratteristiche dello Scorfano nero con la testa è corta, grossa, robusta e munita di spine e creste è moderatamente compresso lateralmente  e con occhio grande. Le squame sono poco più piccole di quelle dello scorfano rosso e più grandi di quelle del nero. La colorazione è variabile in rapporto alla taglia degli esemplari e va dal bruno castagno al bruno violaceo, con zone più chiare biancastre (che sembrano ustioni) e negli adulti schiarisce fino al rosaceo e al bianco-rosa. Presenta macchie nere sulle pinne, specialmente nella codale, anale e dorsale. Frequenta fondali fangosi e sabbiosi dai 2 metri fino al massimo ai 200 metri. Non supera i 18 cm di lunghezza è meno comune degli altri scorfani ma è presente quasi in tutte le coste italiane è rara nell’Adriatico settentrionale. Si pesca con reti a strascico e tremagli. C’è poco interesse sul mercato proprio per la piccola tagli ma ha carni toste e buone.

Nomi regionali o stranieri: Campania:  Scorfaniello; Sardegna: Scorpuledda; Sicilia: Scrofana tignosa, Chicchiriddi, Occhi russi, Scrofaneddu, e Occhiu beddu; Toscana: Cappone;  Francese: Petite rascasse; Inglese: Small red scorpion fish; Spagnolo: Escorpora; Tunisino: Bou keshesh sghir.

 

142)    Seppia (Sepia officinalis)

image143La Seppia è un mollusco dal corpo ovale a forma di sacco appiattito e circondato da una pinna da cui sporge la  testa con dieci bracci di cui due più lunghi e retrattili. All’interno del corpo hanno l’osso, che è una conchiglia calcificata con le estremità appuntite, e una sacca piena di inchiostro che espellono nelle situazioni di pericolo. La colorazione del dorso è molto variabile dal bruno-nerastro al giallastro, con striature chiare più o meno evidenti mentre quella ventrale è biancastra. E’ fornita di speciali cellule che permettono variazioni di colorazione utilizzati per corteggiamento, accoppiamento, lotta tra maschi e per mimetizzarsi con l’habitat circostante. Nel Mediterraneo vive su fondi costieri, sabbiosi o melmosi, fino a profondità di circa 150 m, ma è più comune a profondità minori di 100 m. e raggiunge una lunghezza massima di 35 cm ma comunemente sul mercato si trova dai 15 ai 25 cm. sia fresca che congelata. Si pesca con reti a strascico,con nasse e con tremagli. Ha carni gustose, tenere ed apprezzate.

Nomi regionali o stranieri: Calabria: Siccia o Siccia imperiali; Campania:  Seccia; Liguria:  Sepia;  Puglia: Seccia, Siccia, Purpu siccia o Cecce; Romagna:Sòipa;  Sardegna: Sippia o Sepia; Sicilia: Siccia o Pruppusiccia; Veneto e Venezia Giulia: Sèpa o Sepa de porto;  Francese: Seiche o Sèpia (Midi); Inglese:Cuttlefish; Spagnolo: Jibia o Sèpia (Catal.); Tunisino: Shoubia.

 

143)    Seppiola o Seppietta (Sepiola rondeleti)

image144La Seppiola o Seppietta è un piccolo mollusco, raggiunge una lunghezza massima di 6 cm, dal corpo a sacco da cui fuoriesce il capo con grandi occhi e una corona di 10 tentacoli intorno alla bocca. La colorazione è variabile e va dal grigio al bruno-rossiccio  in funzione dell’attività delle cellule. Vive su fondi sabbiosi o detritici nei pressi della costa e si pesca con le reti a strascico. Le su carni sono ottime e molto ricercate. Queste vanno mangiate fritte ma se proprio non digerite il fritto lessatele e servitele con olio e limone.

 Nomi regionali o stranieri:Abruzzo: Scartoccio; Campania:  Seccetella o Totanino; Marche: Sepolina;  Puglia:Seccitella o Scarpetta; Sardegna: Babbuccia; Sicilia: Beccaficu, Malnascui  o Cappuccetto; Veneto: Zotolo o Zotoleto;Venezia Giulia: Seppetta o Xeppetta;  Francese: Sépiole o Sépiou (Midi); Inglese: Little cuttlefish; Spagnolo: Gkibito o Sipio (Catal.).

 

 

144)    Sgombro (Scomber scombrus)

image145Lo Sgombro pesce azzurro di abitudini pelagiche ha un corpo fusiforme di medie dimensioni  ricoperto di piccole squame. Il muso è appuntito, la bocca grande con mascelle munite di piccoli denti.  Presenza di 2 pinne dorsali, una pinna anale e pinna codale triangolare e forcuta. La colorazione di base sul dorso è blu-verde, con linee trasversali di andamento irregolare e di colore nero marcato; i fianchi ed il ventre sono bianco-argentati, con nessuna macchia. Ha una lunghezza da 25 a 50 cm e peso sino ad 1 chilo. Si trova in tutto il Mediterraneo. Vive in profondità ma in primavera-estate si sposta in banchi molto numerosi vicino alla costa dove viene catturato principalmente con i ciancioli ma viene pescato anche con le volanti o rete da posta. Le su carni sono bianche, molto buone e con un sapore intenso. Viene commercializzato fresco o conservato sott’olio o in salamoia. Alla griglia con ammogghiu non si può non provare.

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Lacertu, Sgummero o Scombro; Calabria: Strummulu o Palamitu; Campania:  Scurtone, Sgummoro, Tenna o Lagierto; Lazio:  Sgomber o Maccarello; Liguria:  Lacerto, Ariòlo Liertu o Laxertu;  Marche: Lacerto; Puglia: Lacertu, Naccariedde, Naccaiello, Scocchiaiello, Scocchiarieddo, Sgumro, Sgumru o Scùmmaru; Sardegna: Cavaglia, Biseru o Pisaru; Sicilia: Scurmu, Sbirru, Araculu o Scurmu veru;Toscana: Agerto, Lacerto o Maccarello; Veneto: Garzariol, Ganzariol, Maccarello o Scombro; Venezia Giulia: Ganzariol, Macarelo, Sgombro o Gasarizo;Francese: Maquereau; Inglese: Common Mackerell; Spagnolo: Caballa o Verat (Catal.); Tunisino: Skoumbri.

 

145)    Smeriglio (Lamna nasus)

image146Lo Smeriglio  è un pesce della famiglia degli squamiformi non molto diffuso nel Mediterraneo. Il suo corpo tozzo è di colore blu grigiastro scuro, bianco nella porzione ventrale. Ha una macchia bianca sulla parte posteriore della prima pinna dorsale. La sua lunghezza può raggiungere i 4 metri. Questo veloce nuotatore vive vicino alle scarpate continentali in acque fredde fine a profondità di 370 metri. Con i suoi denti appuntiti si nutre di altri squali, pesci ossei, sogliole e pesci di fondo. Necessita di muoversi continuamente per respirare. La sua riproduzione è vivipara. E’ un pesce privo di lische e le sue carni hanno un buon sapore. Si può trovare in commercio anche fresco ma generalmente si trova congelato a fette. In cucina trattatelo come il palombo.

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Sbriglio o Suriglio; Calabria: Tunnu palamitu; Campania:  Soriglio, Sbriglio o Pesce pavone; Lazio: Sbriglio o Smeriglio; Liguria: Meanto, Mianto o Melantoun; Marche: Cranicia o Smeriglio; Puglia: Ozzerinu o Smiriglio; Sardegna: Mastinu feru, Sbrilliu o Sbrillu;Sicilia: Pisci cani, Mastinu feru, Tunnu palamitu o Bistinu;  Veneto: Cagnia; Venezia Giulia: Cagnizza; Francese: Taupe o Melantoun; Inglese: Porbeagle shark; Spagnolo: Cailon, Ludia o Marraix (Catal.).

 

146)    Sogliola (Solea vulgaris)

image147La Sogliola è pesce piatto dal corpo ovale molto allungato e compresso. La testa è piccola ed il muso è arrotondato con bocca piccola e occhi posizionati sul lato superiore. La pinna dorsale parte dall’occhio superiore ed arriva alla coda, le pinne pettorali sono piccole, non simmetriche, e quella situata nella parte inferiore dell’animale è più piccola. Il corpo è ricoperto di squame piccole e spinose. Il dorso ha un colore va dal bruno-grigio al rossastro mentre il ventre è biancastro con sfumature rosate. E’ presente in tutto il Mediterraneo e ne esistono 7 specie che vivono a contatto con fondali sabbiosi e fangosi, a profondità comprese tra 0 e 200 m. Raggiunge una dimensione massima di 70 cm ma sul mercato si trova sui 20 – 40 cm e si pesca con reti a strascico, con rapidi e tremagli. Ha carni bianche, magre, pregiate e molto apprezzate dai consumatori. E’ uno dei pesci più ricercati.  Sinceramente suggerire una ricetta per le sogliole non saprei perché ognuno di noi ha la sua preferenza nel gustarla;
Io la suggerisco alla mugnaia: Nettare e spellare il pesce, infarinarlo da entrambi i lati, mettere in una padella 20 grammi di burro a schiumare con fiamma vivace, ridurre la fiamma ed adagiare la sogliola in padella evitando che scurisca o bruci, cuocere per tre quattro minuti da entrambi i lati, unire in una ciotola il prezzemolo tritato, il succo di un limone e mescolare.  Passare la sogliola in un piatto e salarla, mettere nella padella altri 30 grammi di burro e ripassare la sogliola nella padella e ultimare la cottura a fuoco vivace. Versare  sopra la sogliola il prezzemolo ed il limone e servire ben calda.

 Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Anguatula o Sfoja; Calabria: Palaja; Campania:  Palaia verace; Lazio: Linguattola; Liguria: Lengua o Sola secca;Marche: Anguatula o Sfoja; Puglia: Palaia; Sardegna: Palaia di rina o Palaria; Sicilia: Linguata;  Veneto: Sfogio nostra o de sasso; Venezia Giulia: Sfoglio;Croazia: List; Francese: Sole; Grecia: Glossa; Inglese: Sole; Spagnolo: Lenguado; Tunisino: M’dess.

 

147)    Sogliola dal porro (Solea lascaris)

image148La Sogliola dal porro ha anch’essa corpo piatto e ovale. Gli occhi piccoli situati entrambi sul lato destro del corpo, le squame su tutto il corpo e si differenzia dalla Vulgaris per il colore brunastro di varia tonalità, con punti e macchie più scuri; pettorale con macchia nera, con un contorno bianco giallastro, non estesa fino al margine posteriore dei raggi. Raggiunge una lunghezza massima di 35 cm. E’ assai frequente nel Mediterraneo ma è meno abbondante sui nostri mercati e le sue carni sono buone ma meno ricercate dell’altra. Questa specie è buona cotta fritta o alla Matalotta(vedi salse).

Nomi regionali o stranieri: Nei dialetti si usano gli stessi nomi della precedente:Abruzzo: Anguatula o Sfoja; Calabria: Palaja; Campania:  Palaia verace; Lazio: Linguattola; Liguria: Lengua o Sola secca; Marche: Anguatula o Sfoja; Puglia: Palaia; Sardegna: Palaia di rina o Palaria; Sicilia: Linguata;  Veneto: Sfogio nostra o de sasso; Venezia Giulia: Sfoglio; Francese: Sole à pectorale ocellée; Grecia: Glossa; Inglese: Lascar o French Sole; Spagnolo:Sortija.

 

148)    Sogliola occhiuta (Solea ocellata)

image149La Sogliola occhiuta ha corpo poco allungato e di forma ellittica quasi regolare ma gli occhi, come le altre,  sul lato destro con palpebre coperte di squame per di più l’occhio superiore è spostato sensibilmente in avanti ed è abbastanza vicino al profilo dorsale della testa. Anche questa ha il corpo ricoperto di squame piccole e spinosi. La colorazione del dorso è marrone scuro con macchie nere variamente disposte, tra cui se ne distaccano quattro ocellari più o meno simmetriche al centro e nella metà posteriore del corpo, bordato di giallo. La parte ventrale è bianca. Raggiunge una lunghezza massima di 25 cm. E’ abbastanza comune nel Mediterraneo, più rara nell’Adriatico settentrionale, e vive su fondali melmosi tra i 100 e i 300 m. Si pesca con lo strascico. Anche questa specie ha carni molto buone. Questa specie io l’ho mangiata preparata così:  Nettate e pulite il pesce filettandolo, Infarinate leggermente i filetti di sogliola.  Passate i filetti nell’uovo sbattuto poco salato e poi nelle mandorle tritate grossolanamente come se fosse un’impanatura. Sciogliete un po’ di  burro in un tegame e adagiatevi il pesce. Cuoceteli alcuni minuti per parte girandoli con delicatezza. Disponeteli su un piatto da portata, guarnite con prezzemolo. E’ ottima.

Nomi regionali o stranieri: Calabria: Palaja ucchiuta; Campania:  Palaia ‘e rena o ‘e scoglio;  Liguria: Sole de foune o Lengua secca; Puglia: Zanchetta;Sardegna: Palaia steddara; Sicilia: Lingua occhiuta e Tuppitì;  Veneto: Sfoja macià; Venezia Giulia: Sfoje de fiure; Francese: Sole ocellée;  Spagnolo:Tambor real o Soldat (Catal.).

 

149)    Sogliola turca (Pegusa kleini)

image150La Sogliola turca ha le forme e le caratteristiche uguali alle altre, ma se ne distingue facilmente per l’orlo nero delle pinne e la colorazione del dorso bruno chiara con piccoli punti nerastri e con numerose macchiette biancastre. Questa specie nelle nostre coste è più diffusa in Adriatico ed è ottima fritta.

 Nomi regionali o stranieri: Campania:  Palaia monica;  Liguria: Lengua oxellinha; Puglia: Palaia de fanghe; Sardegna: Palaia njedda; Sicilia: Linguata di funnu;  Veneto: Sfogio turco o Turchetto; Venezia Giulia: Sfoja sagretto; Francese: Sole de Klein o tachetèe;  Spagnolo: Suela o Palaja petit (Catal.).

 

150)    Spigola (Dicentrarchus labrax)

image151La Spigola o Branzino (nel Nord Italia), ormai la conosciamo tutti, è un pesce di taglia medio-grande, con corpo slanciato e muso appuntito, la bocca grande con mandibola leggermente prominente e protrattile. Ha più serie di denti sottili ed aguzzi. Ha due pinne sul dorso, la prima con raggi spinosi  e la seconda inizia con un raggio spinoso ma gli altri raggi a sfinire sono molli.Il corpo e pieno di squame. Raggiunge una lunghezza massima  di circa 1 m ed un peso di 12 kg., ma comunemente si trovano, quelle pescate a mare, dai 20 ai 55 cm. E’ diffusa in modo uniforme in tutto il Mediterraneo e vive in acque costiere in acque poco profonde fino a 100 metri di profondità ed è in grado di risalire i fiumi. Da piccola vive in branchi ma da adulta à solitaria. E’ un pesce predatore e carnivoro. Viene pescata con reti da posta, tremagli, ma anche con lenze e raramente con reti a strascico. In laguna è  catturata in laguna con i lavorieri, che consistono in barriere fisse che sfruttano le migrazioni. Quando dicevo pescata in mare mi riferivo al fatto che la Spigola è oggetto di allevamento estensivo ed intensivo in tutto il mondo perché è considerata una delle specie più pregiate e ricercate. Si trova su tutti i mercati ma al 99/100 sono prodotto di allevamenti sparsi in tutto il mondo. Chi non ha un modo di cucinare questo pesce ormai alla portata di tutti?  Io che amo il pesce alla griglia lo suggerisco accompagnato con salmoriglio (vedi salse).

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Spinola o Varòlo; Calabria: Spinula; Campania: Spinola, Bocca bianca o di pietra; Lazio: Lupo o Spinola; Liguria: Branzino, Gingareo, Luasso o Luvo; Marche: Varòlo o Varolotto; Puglia: Lupu, Spina, Spinotta o Ragnetta; Sardegna: Arranassa, Arrangiola, Arronzulu e Sperittu (i piccoli); Sicilia: Lupu di mari, Burascia, Bracciola, Serra, Spina o Bullisa (i piccoli);  Toscana: Ragno o Spinola; Veneto: Brancin, Varolo, Varoloto o Baicolo; Venezia Giulia: Branzin, Branginel, Vanino e Spigola bianca; Croazia: Lubin; Danese: Bars; Francese: Loup de mer o Bar; Grecia:Lavraki; Inglese: Sea bass; Olandese: Zeebars; Portoghese: Robalo; Spagnolo: Lubina o Llop (Catal.); Tunisino: Qarous; Turco: Levrek.

 

151)    Spigola macchiata (Dicentrarchus punctatus)

image152La Spigola macchiata somiglia all’altra,  è proporzionalmente meno lunga e meno compressa lateralmente. Il muso è più tozzo e meno appuntito e l’occhio è più grande. Le squame sono più grandi. Ha il corpo è cosparso di macchie nere e, sull’opercolo, reca una vistosa macchia nera. L’argento dei fianchi è più bianco e più brillante e il dorso si scurisce in nero bluastro. Le pinne sono azzurrognolo grigiastro. Raggiunge una lunghezza massima di 50 cm ed il peso di 3 Kg. Sulle nostre coste è poco diffusa ed è soltanto più frequente lungo le coste della Sicilia. Vive in acque costiere poco profonde e frequenta particolarmente le acque salmastre. Si trova di preferenza su fondali sabbiosi o misti con roccia e sabbia. Si pesca con tremagli o alla lenza. Le sue carni sono ottime e molto ricercate. In cucina vale lo stesso discorso della specie precedente, ma voglio suggerirvi una ricetta siciliana molto famosa: La Spigola al sale: Nettate la spigola e  squamatela, ungetela d’olio, inserite nello stomaco un po’ di rosmarino e qualche bacca di pepe. In una teglia a bordi alti, versate uno spesso strato di sale. Disponete sopra la spigola e ricopritela completamente con altrosale, comprimendo delicatamente. Passatela in forno già caldo a 180 gradi per 15/20 minuti. Portate in tavola la spigola nel suo guscio di sale che romperete davanti ai commensali. Il profumo che si sprigionerà ne anticiperà il sapore delizioso.

Nomi regionali si trovano solo quelli siciliani o stranieri perché nelle altre regioni è quasi sconosciuta; Sicilia: Vurraccia, Vurraccina, Bullisa, Spina imperiali, Penta e Buracciola;   Francese:  Bar tancheté; Spagnolo: Baila; Tunisino: Qarous bou nokta; Turco: Ispendik.

 

152)    Spinarolo (Squalus acanthias)

image153Lo Spinarolo è uno squalo di medie dimensioni, raggiunge 1 metro di lunghezza e 12 Kg di peso, gli occhi hanno grandi dimensioni e sono presenti spine su entrambe le pinne dorsali di forma triangolare, davanti alle quali è posto un aculeo liscio, possiede pinne pettorali e ventrali ma è privo di pinna anale, la pinna caudale ha il lobo superiore arrotondato. La sua colorazione varia dal marrone al grigio con piccole macchie bianche che sovrastano una chiara zona ventrale. Vivono in acque fredde fino ad di 800 metri profondità ma frequentano anche acque costiere in primavera e migrano verso le acque più profonde durante i mesi invernali. E’ caratteristica della specie la lentezza di crescita e la longevità, possono infatti vivere anche fino a 70 anni. Si pesca con le reti a strascico e con tremagli. Le sue carni sono buone e di  alto valore commerciale.

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Arquilate, Stiracciole o Spenarelle; Campania: Ferraro, Pesce ferraro o Palammo ferraro; Lazio: Palammo impunticchiato, Scazzone o Palombo dallo spimo; Liguria: Agugliat, Aguseo, Spinoelo, Spinarol o Macciou; Marche: Archilao macchiato, Palombo spinoso, Scozzone o Cagnolo; Puglia: Cendroene, Pesce alice, Ugghiarule, Cintrone o Cintrune; Sardegna: Jattuspinu de mari, Spinosu, Ughiaju o Agugliau; Sicilia: Ujatu, Augghiatu, Ujatu imperiali, Ghialoru, Palummu spinusu, Ogghiarulo o Caddutu; Toscana: Spinarolo imperiale; Veneto: Asià, Asiar, Asià mascio, Arquilà e Azio; Venezia Giulia: Asià, Arguirà o Asial; Francese: Aiguillat commun o tacheté e Agulia (Prov.); Inglese: Spur dog o Pcked dogfish; Spagnolo: Mielga o Agullat (Catal.); Tunisino: Kelb el bahr o Ktat.

 

153)    Squadro (Squatina Squatina)

image154Lo Squadro è uno squalo strano dal corpo appiattito ed il capo schiacciato con una grande  bocca situata anteriormente alla testa e munita di piccoli denti. Gli occhi si trovano sulla parte superiore e sia le pinne pettorali che quelle ventrali sono molto grandi e assomigliano a grandi ali. Come altri squali la pelle è zigrinosa ed ha una colorazione che varia dal bruno verdastro sul dorso al bianco sul ventre. Può raggiungere una lunghezza di 240 cm. E’ comune nel Mediterraneo, ama seppellirsi in fondali con sabbia e fango, in attesa di catturare pesci e molluschi e ripesca con reti a strascico, con i tremagli e palamiti. Le sue carni bianche e prive di spine sono molto gustose ma raramente si trovano sui mercati.

Nomi regionali o stranieri: Campania: Squatro verace o Squatto de rena; Liguria: Squaeo, Angeo o Pesce angiu; Sardegna: Squadruzzu o Cenericu; Sicilia: Squattucefalu, Squattrunecefalu e Squatru; Veneto: Squalena o Sagrin; Francese: Ange de mer; Spagnolo: Anghelos o Escat (Catal.); Tunisino: Sfinn o Wagess.

Una ricetta che fa apprezzare le carni dello Squadro: Sminuzzate una cipolla e due spicchi d’aglio in una teglia, aggiungente l’olio e adagiatevi sopra i tranci del pesce, versate sopra mezzo chilo di pomodorini tagliuzzati e salati (non salate lo Squadro), spruzzate di vino bianco cospargete di pepe ed origano e passatelo al forno per 40 minuti circa.

 

154)    Squalo manzo (Heptranchias perlo)

image155Lo Squalo manzo ha il corpo slanciato, affusolato ed esile. Ha la testa arrotondata ed il muso  appuntito, la pinna codale è lunga e robusta ed ha una sola pinna dorsale. La pelle è ricoperta di denticoli dermici che si sovrappongono strettamente sui fianchi. La colorazione è uniformemente grigia, che diviene biancastra sul ventre. Le pettorali sono bordate di bianco, la dorsale é nera all’apice, con due macchie bianche. La codale marginata inferiormente di bianco, con apice nero bordato di bianco. Vive ovunque nel Mediterraneo, più raro nell’Adriatico a profondità di 300 e 400 metri vicino alla piattaforma e alla scarpata continentale ma spesso lo si può incontrare anche sotto costa. Può raggiungere i 3 m di lunghezza e 2q di peso. Qualcuno lo mangia per palombo ma non è molto buono.

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Piscie manze o Grange; Calabria: Maccarello, Pisci alici o Angiova; Campania: Capachiatta, Stiare o Pisci angiovu;Lazio: Angiolo o Pesce manzo; Liguria: Pesciu boe, Mounge rous o Cagnulin; Marche: Pesce manzo; Puglia: Capachiatto, Pesce vacca, Pesce alisce o Pesce cagnolu; Sardegna: Pisci anciova; Sicilia: Pisci vacca, Pisci anciova o Sadda masculina; Toscana: Canciolo; Veneto: Pesse can o Cagnia; Venezia Giulia: Gatton grigio, Can, Pesce can o Agoniza; Francese: Requie perlon; Inglese: Sharpnose sevengill shark; Spagnolo: Tiburon gris o Cagñabota bocadulce.

 

155)    Storione (Acipenser sturio)

image156Lo Storione è un pesce dalla forma del corpo affusolata, tipo quella degli squali, con la testa coperta da una placca ossea e il muso prominente lungo circa metà della lunghezza del capo. Ha la bocca priva di denti e da cui sporgono quattro barbigli, la pinna caudale con lobo superiore più sviluppato e una serie di cinque placche ossee che  rivestono la superficie corporea.  colorazione verdastra sul dorso, fianchi di varie tonalità di grigio, ventre bianco. Le specie che vivono nel Mediterraneo son oltre all’Acipenser sturio: l’Acipenser naccarii e l’Huso huso. E’ noto a tutti che  gli storioni si riproducono in acqua dolce, alcuni passano una parte di vita più o meno lunga in mare presso le coste e le lagune costiere, risalendo i fiumi per la riproduzione, altri risiedono stabilmente in acque dolci. A causa della loro biologia riproduttiva sono diventati rari, lo sbarramento dei fiumi rappresenta una notevole minaccia per la sopravvivenza di questi pesci assieme alla pesca eccessiva che hanno subito per via delle loro ottime carni e del pregiatissimo caviale, costituito dalle uova che in alcune specie si trovano a milioni negli ovari delle femmine. La sua lunghezza può raggiungere 2 m nei  maschi e fino a 6 m le femmine e circa 400 kg di peso, è tuttavia sempre più rara la cattura di grossi esemplari. In Italia risale nel Fiume Po ed in altri corsi d’acqua che sboccano nell’Adriatico settentrionale. Buono al forno.

Nomi regionali o stranieri: Marche: Musoguzzo; Sicilia: Ruveta; Toscana: Porcelletta; Veneto: Porzelleta; Francese: Esturgeon; Inglese: Sturgeon;Spagnolo: Esturion.

 

156)    Suacia (Arnoglossus laterna)

image157La Suacia è un pesce dal corpo piatto, di forma ellittica (tipo i rombi e tanti confondono le specie) con gli occhi piccoli molto vicini tra loro posti entrambi sul lato sinistro, la bocca con mascella inferiore più sporgente della superiore. Presenta una sola pinna dorsale che parte dall’occhio superiore, una pinna anale, pinna codale piccola e appuntita. E’ di colore grigio-biancastro dal lato cieco, grigio-giallastro con punteggiatura scura dal lato in cui sono posti gli occhi ed ha una lunghezza massima di 20 cm. E’ comune in tutto il Mediterraneo, è una specie sedentaria che vive sul fango o sulla sabbia a profondità variabile da 40 a 1.000 metri. Si pesca con lo strascico e le sue carni sono buone. Il modo migliore per gustarle è fritta dopo averle infarinate con farina di grano duro.

Nomi regionali o stranieri: Calabria: Lettera; Campania: Suacia di fango; Lazio: Tacchia o Cianchetta; Liguria: Petrèe, Petraie e Roumbole; Marche: Zanghetta o Sanghetta; Puglia: Fraizze, Sfoglia turca, Suace o Zanghette; Sardegna: Lingua de cani o Paraiozzi; Sicilia: Linguata liscia, Focace, Tirituppete, Panta o Tampa liscia; Toscana: Solatia o Cianchetta; Veneto: Pataracia bianca o Pacciarta bianca; Venezia Giulia: Peteracchia, Vanghetto o Pateracia bianca; Francese: Fausse limande; Inglese: Scaldfish; Spagnolo: Serrandell o Palaia miseries (Catal.).

 

157)    Suacia mora (Arnoglossus thori Kyle)

image158La Suacia mora, come la Suacia, ha il corpo piatto, con entrambi gli occhi situati sul lato sinistro del corpo, la bocca terminale, con mandibola leggermente prominente e munita, su entrambe le mascelle, di 1 o 2 file di dentini acuti. Il secondo raggio della pinna dorsale molto più lungo degli altri, lungo all’incirca come la testa e bordato di una larga membrana.La pinna caudale con margine leggermente convesso o tronco agli angoli. Può raggiungere i 25 cm di lunghezza massima e la sua colorazione è brunastra, grigiastra, con la presenza di macchie, più o meno grandi, più scure e la presenza di una fascia scura stretta alla base della coda. I primi 4 raggi della pinna dorsale sono nerastri nei soggetti adulti e il 2° raggio nei soggetti giovani. Nel Mediterraneo è comunissuma già a 30 metri di profondità. Si cattura frequentemente nelle reti a strascico, ma anche nelle sciabiche nei tremagli.  Le sue carni sono buone, specialmente fritte, ma di scarso interesse commerciale, quindi si trova poco sui mercati. Anche per questa specie il modo migliore per gustarle è fritta dopo averle infarinate con farina di grano duro.

Nomi regionali o stranieri: Calabria: Pilaia o Pisci petroli; Campania: Suace o Seace ‘e fangu; Lazio: Suacia; Liguria: Petrale; Marche: Zanghetta o Cianchetta; Puglia: Fraizze, Sfoglia turca, Suace o Zanghette; Sardegna: Paralozza; Sicilia: Pettinu, rummulu lisciu, Panta di funnali, Panta o Tampa liscia;Toscana: Solacia; Veneto: Pataracia mora; Venezia Giulia: Peteracchia o Pateracia mora; Francese: Fausse limande a mouseau obtuse; Inglese: Thor’s scaldfish; Spagnolo: Peludilla.

 

158)    Suro o Sugarello (Trachurus mediterraneus fig 1) (Trachurus Trachurus fig 2) (Trachurus Picturatus fig 3)

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Il Suro o Sugarello è un pesce molto diffuso e nel Mediterraneo sono più comuni le tre specie nelle immagini. Hanno la testa affusolata con bocca ampia ed obliqua. L’occhio grande e munito di palpebra adiposa ben sviluppata posteriormente. Presentano una linea laterale accessoria posta dorsalmente alla principale. La linea laterale con una brusca inflessione in corrispondenza della parte spinosa dell’ anale costituita da squame molto allungate che nella parte posteriore si trasformano in scudetti muniti di carena e di una spina. Hanno una colorazione che va dal grigio – verdastra al  verde – bluastra dorso ad  argentea con riflessi metallici sui fianchi e giallastri nel Trachurus Trachurus, bianco – argentea sul ventre. Ha una macchia nera sul margine superiore dell’ opercolo e i un’altra sull’ascella della pettorale. Non è facile distinguerli se non si conoscono bene.  Vive in branchi a profondità variabili da 50 a 500 m, è molto comune in tutto il Mediterraneo mentre il Picturatus non è molto comune, è più frequente nel bacino occidentale specialmente in Sicilia, ma molto rara in Adriatico. Si pesca con reti a strascico, reti da posta, o di notte con reti  a circuizione con l’ausilio di fonti luminose (lampare). Raggiungono una lunghezza massima di 600 cm. Le sue carni sono buone e sui nostri mercati compare frequentemente commercializzati perlopiù freschi.

Ricetta: dovendo segnalare una ricetta, suggerisco la seguente per quelli piccoli: in umido mettendo in un tegame olio, aglio e pomodori tagliuzzati, disponetevi sopra il pesce aggiungete sale e pepe q.b. e fate cuocere a fuoco media per una quindicina di minuti. Quelli grossi (Sauru scurmu) vanno cotti alla griglia e servite con Ammogghiu o Salmoriglio (vedi salse).  Sono comunque tanti i modi di cucinare i Sugarelli: Fritti infarinati con farina di grano duro, con aggiunta di Mattarocch (vedi salse), si possono usare per le zuppe e sminuzzati per fare una minestrina a base di pesce.

 

Nomi regionali o stranieri: Abruzzo: Suro; Calabria: Saurigghiàni, Sauru verace; Campania: Saurièllo, Savarièllo, Sauro, Savaro, Sula, Sulo; Lazio:Sugarello, Squamuto; Liguria: Suc, Cagnec, So, Soello, Sorello, Su; Marche: Sovre, Suro, Sciuro, Sugherello; Puglia: Fràule, Sàuro, Tràule, Traulicchie, Suvaro, Laciertu, Spicaluru, Saurigghiàni, Sauru verace ; Sardegna: Sauru, Sauru lisciu, Savaru, Surellu; Sicilia: Pisci sauru, Sauru, Sauri, Sareddu, Saurieddu e Sauru scurmu; Toscana: Suro, Sugarello, Sugherello, Pesce cavallo; Veneto: Suro, Surro, Sarou, Surèlo; Venezia Giulia: Suro, Surèlo, Contarini; Francese: Saurel, Chinchard, Carangue   Such, Cagnench, Estrangio-bello-mero, Severan o Succagnene (Prov.); Inglese: Horse Mackerel, Buck Mackerel, Scad; Spagnolo: Jurel, Xurel, Sorall, Chicarro, Chuchano, Txitxarrua o Sorell (Catal.); Tunisino: Shorou.

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